Il consumo dell’acqua in bottiglia di plastica è un grandissimo business per le multinazionali dell’acqua.
In Europa siamo i primi consumatori di acqua in bottiglia. Nel mondo intero siamo al terzo posto. Il business dell’acqua in bottiglia di plastica è iniziato negli anni ’60 con una evoluzione incredibile grazie alle pubblicità.
Eppure l’acqua del rubinetto è controllata 4 volte più frequentemente di quella in bottiglia, il contenuto di sali e altre sostanze è adeguato alle nostre necessità di salute e costa molto meno.
A volte l’acqua del rubinetto viene considerata di qualità inferiore rispetto a quella della plastica eppure viene usata comunque per cucinare cibi, fare tè o caffè e altre bevande.
In realtà è proprio il contrario. Se andiamo a leggere le etichette delle acque in bottiglia di plastica troveremo evidenziato “conservare al riparo dalla luce, in luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di calore”. Ma siamo sicuri che tutto questo venga rispettato prima che l’acqua arrivi nelle nostre mani?
Sostanze dannose disciolte nell’acqua
Diversi studi evidenziano che all’interno delle acque in bottiglie di plastica sono state trovate tracce di Chetoni, Ftalati, Antimonio e altre sostanze che anche se assunte in percentuali bassissime, per lunghi periodi potrebbero nuocere all’organismo soprattutto di bambini ed anziani.
Se le bottiglie di plastica vengono messe in armadietti vicino a detersivi o in cantine umide o sporche, l’acqua subisce un degrado dei caratteri organolettici perché assorbe gli odori presenti nell’ambiente (come quello di muffa).
È quindi importante essere informati e documentati e non farsi abbindolare da pubblicità ingannevoli che promettono proprietà terapeutiche che non hanno o addirittura di prevenire o curare alcune malattie in modo del tutto falso e menzognero.
Una soluzione al consumo di acqua in bottiglia di plastica è il frigogasatore, dispenser pratico ed economico per avere sempre a disposizione acqua buona, fresca e frizzante.
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Articolo tratto liberamente da ilgiornaledecibo