Inquinamento della plastica: le conseguenze su adulti e bimbi

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L’inquinamento della plastica è un problema che non va ignorato: anzi, conoscendo gli effetti a lungo termine, porterà ad una nuova consapevolezza e quindi a nuove soluzioni

L’inquinamento della plastica sta diventando un problema che adesso non possiamo più ignorare. Oltre alle isole di plastica, alle microplastiche e all’incessabile consumo di sempre più plastica in tutto il mondo, tale inquinamento adesso sta arrivando anche nelle nostre case e nel cibo.

Tutto questo non è nulla se si pensa che, oltre ad un danno per la flora e la fauna marina, le conseguenze dell’inquinamento della plastica sembrano esserci anche per gli esseri umani, nei bambini, ma anche per gli adulti che, secondo un recente studio, l’inquinamento della plastica porterebbe a diventare sterili. Sebbene non abbia bisogno di presentazioni, andiamo ad analizzare il decorso della plastica fino a noi.

Cos’è l’inquinamento della plastica?

L’inquinamento da plastica è basato sull’esubero di flaconi di shampoo, bottiglie, bicchieri, piatti e posate, e tutti i prodotti in plastica. Spesso ne ritroviamo anche nel verde delle nostre periferie, nei centri cittadini, abbandonati nelle aiuole da passanti maleducati e poco civilizzati. Sicuramente la raccolta differenziata aiuta moltissimo nella fase di riciclo poiché funge proprio da primo processo per lo smaltimento.

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Le aree utilizzate come discarica sono costantemente colmate da rifiuti di tipo plastico: molto spesso si presenta come una mole troppo grande da smaltire, e viene dispersa nell’ambiente dove, tra vento, intemperie, caldo, freddo e affini, finiscono in mare, sulle spiagge o nei terreni dove saranno smaltiti “naturalmente”. Però è anche molto più facile che vengano trasportati nei corsi d’acqua, laghi e quindi i mari dove l’acqua porterà la plastica a consumarsi poco per volta formando le cosiddette microplastiche, altrettanto dannose in quanto più piccole di un millimetro e quindi difficili da recuperare. Questi possono depositarsi sui fondali e mandare alla deriva un’importantissima parte del nostro Pianeta Terra: la fauna marina.

Conseguenze inquinamento da plastica sull’ambiente

È così che i prodotti plastici dispersi nell’ambiente causano problemi all’ambiente, a flora e fauna, ma anche all’aria, al suolo, ai corsi d’acqua, laghi, fiumi e oceani. Anche perché le plastiche più elaborate, tendenzialmente potrebbero rilasciare sostanze nocive nel terreno raggiungendo le falde acquifere o altre fonti di acqua, con microrganismi che accelerano la degradazione biologica delle plastiche.

Differente discorso per quel che riguarda le plastiche biodegradabili: non appena vengono gettate, il metano, pericoloso gas serra che contribuisce significativamente al riscaldamento globale, viene rilasciato. Ma un altro problema che tende a causare grossi danni ambientali sono le plastiche che sono difficili da smaltire.

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A partire dagli anni Novanta è stato identificato un ammasso di rifiuti galleggianti costituiti prevalentemente da frammenti plastici di dimensioni inferiori ai 5 millimetri, in una zona estesa di almeno un milione di chilometri quadrati nell’Oceano Pacifico battezzata Pacific Garbage Patch. Si suppone che l’80% dei detriti provenga da terraferma attraverso i fiumi. Gran parte dei componenti rimane aggregato all’isolotto, a causa di sabbia, fango e terra.

Mentre, alcuni residui si disperdono nell’acqua, finendo nello stomaco di alcuni animali marini che scambiano il residuo per plancton: è l’esempio di alcune tartarughe marine ritrovate senza vita e cui, negli intestini, sono stati ritrovati pezzi di plastica. Quando questo succede, la morte degli animali è generalmente causata dalla fame, poiché questi materiali bloccano il loro tratto digestivo. Talvolta, invece, i mammiferi marini rimangono intrappolati in prodotti di plastica, come se fossero reti, rimanendo uccisi.

Danni dell’inquinamento sugli esseri umani

Bisogna sapere che i prodotti plastici potrebbero avere diverse aggiunte di additivi che ne migliorano le proprietà meccaniche, ma con conseguenti effetti collaterali sugli esseri umani. In particolare alcune delle sostanze chimiche, a contatto con l’uomo, possono causare dermatiti, anche se presenti in tracce, rendendole pericolose anche per i lavoratori addetti alla loro produzione. Tuttavia, per il momento si parla solo di ipotesi, ma sono già stati pubblicati moltissimi studi sulla pericolosità delle microplastiche sull’uomo.

Secondo un recente studio dell’Università di Losanna, condotto dal laboratorio Tibio Scitech Research di Losanna nel quadro di un progetto di master in Farmacologia e tossicologia, sono state trovate tracce di bisfenoli e ftalati nell’urina dei bambini svizzeri. La notizia, comunicata dal programma “Rsi – Patti Chiari” ha riportato come addirittura il 47% dei 109 bambini analizzati (di età compresa tra i 6 mesi e i 3 anni) siano risultati positivi ai test.

Altri studi a confronto riguardano l’ultimo saggio della professoressa statunitense Shanna H. Swan, “Count Down“, che ha riportato dati e analisi scientifiche, di come le plastiche chimiche stiano provocando un drastico declino nella fertilità.

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In un futuro non troppo lontano si stima che la maggioranza delle coppie dovrà ricorrere a tecniche di gravidanza assistita per riuscire ad avere figli perché la produzione di spermatozoi negli uomini è in costante diminuzione e i neonati stanno sviluppando sempre più spesso anomalie genitali. In più le sostanze più pericolose sono gli interferenti endocrini i quali ingannano il corpo che, smettendo di produrre ormoni naturalmente, diminuiscono la produzione di spermatozoi negli uomini, ne abbassano la libido e aumentano il rischio di aborti o parti prematuri nelle donne.

Tra le sostanze più pericolose ci sono gli ftalati utilizzati per la produzione, la lavorazione e il confezionamento degli alimenti e per rendere la plastica morbida e flessibile. Problemi che, per le generazioni future, sembrano quasi una certezza.

Soluzioni per l’inquinamento da plastica

Le soluzioni per la plastica possono provenire sia da noi che dai centri di smaltimento: alcune discariche stanno prendendo l’iniziativa di installare dispositivi per la cattura del metano, che potrebbe essere utilizzato per produrre energia, ma la maggior parte degli stabilimenti non li ha ancora adottati. Sicuramente, da parte nostra, un buon modo per controllare l’esubero della plastica è cercare di contrastarne lo spreco: cannucce per bibite, accendini, rasoi usa&getta e, naturalmente, le migliaia di bottigliette d’acqua minerale che ogni giorno vengono aperte e poi abbandonate sono solo alcuni degli oggetti di uso quotidiano di cui spesso abusiamo, magari anche inconsapevolmente.

Tuttavia, per ciascuno dei prodotti su nominati esiste in commercio anche più di un’alternativa. Ai piatti di plastica esistono i piatti di carta compostabili, ai bicchieri di plastica i bicchieri di vetro o compostabili, mentre per le bottiglie d’acqua in plastica esistono borracce e bottiglie riutilizzabili che possono essere un primo iniziale aiuto per l’ambiente. In più basta sensibilizzare ogni conoscente, amico, parente, all’abbandono della plastica, prediligendo bidoni della spazzatura dedicati. Se ognuno di noi effettuasse uno di questi tre suggerimenti quotidianamente, cambieremmo la tendenza dell’inquinamento, diminuendolo drasticamente e quindi salvaguardando il Pianeta.

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Fonti utilizzate: rsi.ch, wikipedia.it, il salvagente.it

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