Acqua in bottiglia: Italia tra i primi posti nei consumi in Europa

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L’acqua in bottiglia è uno dei prodotti più consumati in Italia: si parla di circa 200 litri pro capite rispetto al resto d’Europa.

Siamo il secondo Paese in Europa per consumo di acqua (circa 153 metri cubi annui pro capite). Sono i dati riportati nel progetto “Valore acqua 2021”, realizzato da “The European House” di Ambrosetti. In più, all’interno della ricerca, sono racchiusi tutti i numeri che riguardano: l’utilizzo a livello nazionale o regionale, consumo di acqua in bottiglia, sprechi, utilizzo di acqua potabile e anche la qualità della rete idrica.

Come primo dato preoccupante, l’Italia registra il più alto livello europeo di consumo di acqua, due volte di più rispetto alla media europea. Ci supererebbe solo la Grecia, con il consumo di 179 metri cubi pro capite.

Consumo di acqua in bottiglia e rete idrica non ottimale

Ma partiamo dalle reti idriche: l’Italia risulta molto indietro con la messa a nuovo delle tubature per la distribuzione di acqua. Il 60% della rete nazionale ha più di 30 anni, mentre il 25% addirittura più di 50. È solo una delle motivazioni che rendono le reti idriche come uno scolapasta: il 47,6% dell’acqua prelevata viene dispersa, mentre il 42% delle perdite avvengono dalla rete di distribuzione.

Numeri che risultano essere il doppio della media europea su tale statistica, pari al 23%. Nonostante le reti idriche, la qualità dell’acqua è molto alta: con l’84,8% dell’acqua prelevata da fonti sotterranee, naturalmente protette, siamo il settimo paese in Europa per qualità dell’acqua potabile.

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Tuttavia, i cittadini della Penisola provano una certa sfiducia nell’acqua potabile. Addirittura il 29% delle famiglie italiane non si fida a bere l’acqua del rubinetto, preferendo di gran lunga l’acqua in bottiglia: 200 litri pro capite rispetto ai 118 litri della media europea. Secondo il rapporto, è uno spreco d’acqua non da poco, dovuto anche alle abitudini sbagliate dei cittadini.

Oltre all’acquisto di acqua in bottiglia, anche lasciar correre l’acqua mentre ci si lava i denti potrebbe essere considerato spreco, mentre rubinetti che gocciolano, e a cui magari non facciamo caso, vanno a innalzare i consumi ad uso domestico. Uno spreco che è valido anche per i posti di lavoro.

Così, anche nella classifica “Valore acqua verso lo sviluppo sostenibile”, l’Italia non brilla e si classifica al 18° posto, allontanandosi sempre più dai 169 target definiti sull’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per agevolare l’inquinamento ambientale.

Acqua Italia costi: minori rispetto al resto d’Europa

Tuttavia, le tariffe di acqua in Italia, durante il 2020-2021, sono risultati i più bassi d’Europa, ma con consumi proporzionali alla popolazione. Mentre a Berlino si consumano 114 litri di acqua ad abitante, a Milano il consumo medio è di 273 litri. Aggiungiamoci anche l’acqua che va persa: si parla di un metro cubo d’acqua, equivalente di 2mila bottiglie da mezzo litro, per 2mila euro sprecati.

Non dimentichiamo la diversificazione nelle regioni: il Nord Italia ad esempio ha un tasso di dispersione dell’acqua nella rete del 34,9%, mentre al Sud si raggiunge il 48,6%, con picchi di 55,6% in Abruzzo.

Però, nella sfortuna, il covid ha permesso di diminuire i consumi: la pandemia ha portato molte aziende a fermarsi o a rallentare, risparmiando per certi versi le spese idriche nei posti di lavoro. Stessa cosa sembra essere accaduta anche nelle abitazioni: essendo stati in casa per la maggior parte del tempo durante la prima fase della pandemia, si è registrata una particolare attenzione da parte dei cittadini per il consumo di acqua. Di certo, ciò che è chiaro, è che l’Italia ha bisogno di investimenti.

Come misurare gli sprechi d’acqua

Sul tavolo del Recovery Plan dovrebbe esserci anche un piano d’investimento per l’acqua: «Ci vorrebbe un investimento di 3,6 miliardi per allinearci alla media europea», come spiega anche il presidente di Sit de’ Stefani. «Se invece vogliamo essere alla pari dei Paesi migliori servono 12,2 miliardi».

In ogni caso, il report è uno specchietto dei cittadini e per i cittadini, per essere più responsabili e per abbracciare il concetto di ecosostenibilità. Consumando poca acqua, facendo attenzione a questo piccolo dettaglio, si avrebbe un risparmio impattante sul consumo di acqua. In più, ci sono alcuni consigli da seguire:

  • Contatori intelligenti: esistono dispositivi in grado di misurare i propri comportamenti, che definiscono il consumo e permettono di identificare le perdite, per spendere e impattare meno sull’ambiente. Molte volte sono messi a disposizione dagli stessi acquedotti ma dipende da zona a zona;
  • Evitare di sprecare acqua: non occorre lasciare il rubinetto aperto mentre laviamo i denti, e quando ci laviamo prediligiamo una doccia anziché un bagno caldo;
  • Evitare acqua in bottiglia: è anche uno spreco di plastica eccessivo per l’uso di acqua che ne facciamo;
  • Bere acqua di rubinetto: non solo l’acqua di rubinetto è ottimale, ma è possibile anche renderla frizzante, affinandola e senza alternarne il gusto. Come? Attraverso l’utilizzo di un frigogasatore.

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Fonti: Ambrosetti.eu, Corriere.it

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