Riutilizzare le bottiglie di plastica: non riempitele nuovamente!

Quante volte riutilizzare le bottiglie di plastica? Non tutte le plastiche, in effetti, sono fatte per essere riempite nuovamente. E allora cosa farne?


Grandi rischi per la salute e di igiene. È questo il pericolo che si corre nel riutilizzare le bottiglie di plastica, vale a dire a riempire nuovamente la bottiglia una volta terminata. Chi non l’ha mai fatto? Le bottiglie in plastica che, una volta terminate, riempiamo nuovamente con acqua del rubinetto e lasciamo lì a decantare prima di riutilizzarle, riempiendole nuovamente ad ogni pasto.

Ebbene in realtà la bottiglia in pet non va riutilizzata. Lo sconsiglia anche Altroconsumo. Le motivazioni riguardano due principali casistiche:

  • Le condizioni igieniche;
  • Le componenti chimiche.

Entrambi componenti che non bisogna sottovalutare.

Condizioni igieniche delle bottiglie in plastica compromesse

Quando utilizziamo una bottiglia di plastica che abbiamo appena svuotato, non ci rendiamo conto dei germi e batteri con cui possiamo “corromperla”. Soprattutto se magari abbiamo bevuto anche dalla bottiglia: niente di più sbagliato.

Il problema dell’igiene diventa così il primo motivo per cui non si può riutilizzare una bottiglia di plastica. Poiché la maggior parte delle volte, bevendo dalla bottiglia, andiamo a minare la sicurezza igienica dei liquidi, che successivamente rimetteremo nel contenitore.

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Da qui si possono creare anche odori sgradevoli della stessa bottiglia, dovuti proprio alla contaminazione microbiologica. Un discorso che può integrarsi anche se in famiglia si ha questa abitudine (sbagliatissima!).

Solitamente, per problemi del genere, si dovrebbe ripulire il contenitore, ma per la plastica è meglio evitare. Il motivo? È ricollegabile alle sostanze di cui è composta la plastica.

Sostanze nocive rilasciate dalla plastica

Ma andiamo alla principale ragione per cui sarebbe meglio evitare il riutilizzo delle bottiglie di plastica: sebbene la plastica sia uno dei materiali esistenti più versatili e molto resistenti, in realtà hanno molta conducibilità termica, soprattutto se si parla di una bottiglia di plastica. La bottiglia di plastica utilizzata per contenere i liquidi è realizzata in polietilentereflatato (o meglio nota come pet), componente che consente di ottenere fogli sottili e leggeri, ma che sono resistenti al calore fino a 250° c.

Tuttavia, questo non vuol dire che, a contatto diretto con il sole, il liquido al suo interno non tenda a riscaldarsi, alterando lo status del liquido. Quindi arriviamo ad un’altra considerazione, è vero che una volta acquistate le bottiglie sono “nuove”, ma ciò che non sappiamo riguarda la sua storia, ovvero la sua conservazione fino a quel momento. L’acqua in bottiglia dov’è stata “conservata” fino alla vendita? In molte aziende, per questioni di spazio, potrebbero decidere di esporre la merce fuori dai magazzini o magari lasciata esposta a fonti di calore che, inevitabilmente vanno a minare la resistenza meccanica dello stesso materiale, rilasciando un componente chimico chiamato Bisfenolo A (o meglio noto come BPA).

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Ma andiamo a precisare: tale ingrediente chimico non è certo presente nelle bottiglie in PET che vengono utilizzate per l’acqua minerale ma è generalmente presente nei contenitori rigidi a base di policarbonato, come nei classici biberon di plastica (anche se in questi ultimi anni il suo utilizzo è stato vietato). Così come l’antimonio che può essere rilasciato dalla plastica se il prodotto è stato lasciato molto tempo esposto al sole.

Riciclare o riutilizzare le bottiglie?

Detto questo è chiaro che l’utilizzo del prodotto è limitato: le bottiglie di plastica non vanno riutilizzate più di una volta. E, sebbene il simbolo sulla plastica indichi il riciclo, l’utilizzo è valido solo una volta terminato il prodotto al suo interno.

Tuttavia potete anche conservare i tappi di bottiglia: spesso, molti supermercati, raccolgono tappi di plastica poiché il materiale può essere riciclato anche all’interno degli asili per effettuare moltissimi progetti creativi.

In più, per limitare gli sprechi e diminuire il riciclaggio di plastica, potete utilizzare sistemi di dispenser che possano distribuire l’acqua di lavandino.
La scelta giusta è il frigogasatore, ottima per distillare l’acqua di rubinetto, fresca e frizzante, in ogni momento della giornata.

Qui l’articolo: Frigogasatore, cos’è e come funziona.

Fonte: Altro consumo, National geographic, Butac

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