L’overshoot Day è il giorno dell’anno in cui una Nazione finisce le risorse che ha a disposizione all’anno prodotte del Pianeta. Come si calcola? Cosa significa?
Dal consumo di risorse alla voracità con cui consumiamo energia. È questo l’overshoot Day, ovvero il giorno in cui il mondo finisce di utilizzare le risorse disponibili del Pianeta dedicate alla stessa. Ogni nazione ne ha uno, suddivisa in base a ciò che spende annualmente in termini di energia.
Tuttavia, l’umanità utilizza beni naturali in quantità che eccedono di gran lunga la biocapacità della Terra. Come spiega anche l’articolo di Focus: consumiamo ben oltre la capacità del Mondo di cibo, acqua, foreste e suolo, per ogni suo abitante, e quindi il suo “rigenerarsi” è sempre più affannato.
Cos’è l’overshoot day e le sue origini
Il giorno in cui l’esaurimento delle risorse rinnovabili della terra cade al termine, indica anche un ciclo di energia, ovvero quello che il pianeta può rigenerare nell’arco di 365 giorni. La data cambia di anno in anno in base alle risorse che vengono consumate, come spiegato (e calcolato) dalla Global footprint Network, organizzazione internazionale che si occupa di contabilità ambientale che calcola l’impronta ecologica.
Ciò che salta all’occhio è che tale data arriva sempre prima del tempo: in base alle tendenze attuali che partono fin dagli anni 70 in cui il 1975 era il 28 novembre, a causa della crescita della popolazione mondiale e dell’espansione dei consumi in tutto il mondo, nel 2017 si calcolava come la popolazione mondiale consumasse circa 1,6 pianeti all’anno, una cifra che potrebbe salire a 2 pianeti entro il 2030.
Come viene calcolato l’overshoot day?
L’overshoot day di un paese viene calcolata partendo dall’impronta ecologica dei suoi abitanti, vale a dire la quantità di superficie terrestre e acquatica biologicamente produttive che servirebbero a un individuo per produrre tutte le risorse che consuma o emissioni che produce. Il tutto viene poi confrontato con la biocapacità globale, cioè la capacità del Pianeta di rigenerare le risorse naturali per ogni abitante della nazione.
Entrambe le voci vengono espresse in ettari globali, gha, valore che indica la superficie del pianeta terra necessaria a fornire tutto ciò che una persona richiede alla natura, per il cibo, per le fibre e il legno consumati, aree occupate dalle infrastrutture urbane e piante necessarie ad assorbire la Co2 che emettiamo.
I paesi che consumano di più: il Qatar e il Lussemburgo
Dall’infografica del Global Footprint Network, si evince come, nel 2021, le peggiori Nazioni si siano rivelate il Qatar e il Lussemburgo, che hanno consumato tutte le risorse disponibili per la loro popolazione rispettivamente il 9 febbraio, e il 15. Seguiti dagli Emirati arabi il 7 marzo, mentre Canada, Kuwait e Usa il 14. L’Italia, assieme al Portogallo, ha terminato le proprie risorse il 13 maggio, preceduta da Svizzera, Francia e Giappone agli inizi di maggio. Seguita però da Nuova Zelanda (il 15 maggio) e dal Chile, il 17.
Il Paese che si rivela il migliore sembra essere l’Indonesia, che terminerà le risorse destinate alla popolazione il 18 dicembre, preceduta da Ecuador e Nicaragua che termineranno il 7 dicembre e il 2 dicembre. Di certo, per quanto riguarda l’intensità di consumo, i dati sono preoccupanti: solo gli Stati Uniti consumano di per sé 5 pianeti per vivere, mentre la Germania solo 2.9. Dunque se vivessimo tutti come vivessero questi due Stati, il Pianeta avrebbe risorse limitate da molto prima. Per capire: l’Overshoot day 2020 è accaduto il 22 agosto, con tre settimane di ritardo rispetto al 2019, miglioramento dovuto anche al Covid-19 che ci ha portato a consumare molte più risorse del dovuto. Un dettaglio che ha peggiorato anche l’inquinamento, anche quest’ultimo fattore che contribuisce a diminuire sempre le risorse della terra.