L’acqua del rubinetto può provenire dal sottosuolo oppure da laghi e bacini di raccolta come dighe o canali. Dopodiché viene sottoposta a diversi controlli
L’acqua del rubinetto fa male? È ormai una falsa credenza che ci ha portato da sempre a credere che sia poco sicura, collegato alle frasi “non sai da dove viene o quali controlli fanno”. Niente di più errato!
Prima di arrivare nelle nostre case, l’acqua del rubinetto viene controllata ed analizzata svariate volte, alla fonte o negli acquedotti, giungendo a noi purificata, potabile e quindi pronta per essere utilizzata. Ma da dove viene l’acqua del rubinetto? E quali sono i controlli?
Acqua del rubinetto: le fonti originarie
L’acqua del rubinetto può avere due origini:
- Sottosuolo: quando viene estratta da falde acquifere;
- Laghi e bacini di raccolta: ovvero acqua piovana.
Una volta depositata l’acqua viene trasportata attraverso tubature e incanalata in una rete idrica che viene costruita attorno alla sorgente. Solitamente è un dettaglio che viene gestito in base al luogo, variabile anche al tipo di estrazione dell’acqua: per quanto riguarda il sottosuolo ad esempio, l’acqua, trovandosi al di sotto di uno strato di materiale impermeabile, viene pompata in superficie. Mentre, l’acqua che nasce da laghi o da bacini, viene captata in profondità e portata nei primi centri di pompaggio che la trasportano agli stadi successivi.
In più, a seconda della distanza del lago/bacino dalla città, dalla difficolta di estrazione o dal bisogno di purificazione, la rete idrica potrebbe estendersi anche per diversi chilometri prima di essere incanalata nelle tubature più importanti, ovvero quelle di purificazione.
Quali sono le analisi che deve superare?
Le analisi dell’acqua di rubinetto si concentrano sulla natura chimica e microbiologica della stessa, cioè si analizza l’acqua in base alla sua primissima composizione e per i suoi “contaminanti”. Per quanto riguarda la natura chimica, si va ad analizzare la presenza di alcuni metalli e di altre molecole che possono essere dannose sull’organismo quali cadmio, ferro, piombo, nichel e mercurio. Oltre a questo bisogna escludere anche molecole velenose quali arsenico, nitrati, nitriti, cianuro o pesticidi, che potrebbero arrivare dai campi nelle falde sotterranee, oppure altre sostanze immesse volontariamente per motivi di disinfezione come il cloro.
Il cloro, infatti, aggiunto all’acqua, ha il compito di uccidere i batteri ma deve comunque essere sotto certi limiti affinché sia potabile. Tuttavia precisiamo come quest’ultimo viene introdotto solo dopo aver effettuato le analisi microbiologiche, che vanno a valutare la presenza di batteri all’interno dell’acqua quali l’Escherichia coli, gli streptococchi e clostridium perfiringes.
Nel caso in cui questi parametri risultino inadeguati, la distribuzione dell’acqua viene subito interrotta, il che garantisce all’acqua del rubinetto un’elevata sicurezza.
Analisi dell’acqua: da chi vengono effettuate?
I controlli di sicurezza sull’acqua del rubinetto sono basati sul Decreto Legislativo 31 del 2001, che riporta tutte le analisi da eseguire sull’acqua del rubinetto anche “dopo” esser stata considerata potabile.
Proprio per questo le analisi dell’acqua del rubinetto vengono effettuate da diversi enti: più è importante l’utilizzo dell’acqua, più gli enti che l’analizzano aumentano. Genericamente sono due le aziende che analizzano l’acqua che arriva nelle nostre case, tre per l’acqua impiegata per la produzione aziendale degli alimenti.
Ma di base, il primo che effettua le analisi, è il gestore della rete idrica, vale a dire il mittente delle nostre bollette dell’acqua. L’azienda dev’essere la prima a sapere quale acqua dispensa, per capire anche dove intervenire, se aggiustare le tubature, o bloccare/sospendere l’erogazione.
Da qui quindi arriva la prima filtrazione che va a rimuovere i metalli pesanti, sostanze tossiche, ed eventualmente microrganismi e batteri di diversa natura di cui si è appurata la presenza. Il secondo agente di analisi e controllo dell’acqua del rubinetto è l’Autorità Sanitaria Locale, ovvero la Asl.
I dipartimenti di prevenzione in questo caso eseguono delle contro analisi, ovvero delle verifiche che diano conferma che le prime analisi siano affidabili. Così vengono ripetute le stesse analisi solo nei punti in cui sono stati presi i campioni, in questo modo ci si assicura che l’ente non nasconda analisi contraffatte.
Ci può essere poi un terzo controllore che può essere l’azienda stessa di alimentari, che analizza l’acqua usata negli alimenti, provvedendo ad avvertire altri due enti nel caso qualcosa non vada. Se alla fine è tutto regolare e non ci sono problemi o discrepanze, l’acqua del rubinetto continua il suo percorso verso le abitazioni.
Acqua del rubinetto meno sicura dell’acqua in bottiglia?
L’acqua in bottiglia e l’acqua del rubinetto sono considerate simili, ma non uguali. Ciò che le contraddistingue riguarda la modalità di controlli: l’acqua di bottiglia deve rispettare parametri meno restrittivi (circa 2 all’anno) e viene spesso “corretta”, aggiungendo anidride carbonica per renderla frizzante o altre sostanze minerali (ovviamente tutte nella norma) per cambiarne il gusto. Mentre, nell’acqua del rubinetto, si cercano alcuni batteri in più ed ha naturalmente più controlli (circa 4 all’anno). Inoltre contiene sali minerali e altre sostanze più adeguate alle nostre necessità di salute, costa molto poco, non si fa pubblicità, e ha un impatto ambientale ridotto.
In più c’è da aggiungere che l’acqua in bottiglia, non viene controllata una volta arrivata nei magazzini o nei punti vendita: se una bottiglia viene lasciata al sole, o fuori dai magazzini, non viene controllata con i giusti criteri: l’acqua in bottiglia ha bisogno di essere conservata lontano da sole e da fonti di calore, e in luoghi riparati. Questo per non alterare la plastica che compone le bottiglie. Un’altra motivazione che ci dovrebbe spingere a scegliere l’acqua del rubinetto.
E voi? Cosa scegliete? Acqua del rubinetto o acqua in bottiglia?
Fonti: Altroconsumo, Gazzettino ufficiale, ecc